Scrivere è vivere


Cerco ancora, perché non sono perso,

il segno lieve e fugace della tua mano,

gentile in acqua.


Creatura mi faccio in immersione

sugli echi marini dei granelli di sabbia

che potrebbero, è vero, graffiare.

Ma non qui

non nel mio cervello, virtuale campana di vetro,

squillo di troppe chiamate elettroniche.


Dita frenetiche

lasciatemi, lasciatemi.

Risuonano i timpani e cammino.

Chi sono? Che importa!

Non voglio essere visto.


Ho dita lunghe e lente;

nel mio viaggio diverranno radici

pronte e attente a suggere il vino della terra.


Pioverà, io lo so, pioverà.

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