……Ma il lupo non è l’agnello, a suo modo è pure lui un figlio di puttana.
Ha un gran fiuto. Quando gli altri animali ti guardano con sospetto, come un estraneo, devi fiutare il pericolo, sapere se in mezzo a venti umani in giacca e cravatta, c’è chi ha una pistola nella fondina. Devi percepire la paura negli altri, il disagio, l’agitazione, la voglia di avvicinarti e, pure in anticipo, devi percepire la voglia di respingerti.
Così il lupo, la sera, quando si trova ad essere da solo, si addormenta e sogna.
E cosa sogna il lupo? Di sbranare un agnellino o un cerbiatto, certo, forse, anche, a volte.
Ma posso assicurarvi che più spesso un lupo sogna di essere accarezzato sulla testa come un cucciolo randagio, di bere acqua limpida, di non infradicirsi nella pioggia, di non dovere maledire la luce del sole che lo rende così vulnerabile, di non dover cacciare nella notte e non dover rischiare la pelle per godere di un attimo di piacere rubato.
Un lupo, poi non tanto vecchio, mi confidò una volta che nella sua vita, quando erano venuti a mancare l’entusiasmo,il coraggio, la fede in se stesso, avrebbe voluto che un dio generoso e giocherellone lo trasformasse in bue, quadrupede dall’indole tranquilla e un bel paio di corna decorative, con tanto di mandria, vacche e vitellini.
Un’altra volta sognò di trasformarsi in cigno.
Mi confidò che il cigno era per lui animale vanesio ed effeminato.
Fu in quella occasione che si rese conto che avrebbe voluto essere ammirato e risplendere per il bianco del suo manto in mezzo a fatui volatili, al gracidare ciarliero dei rospi e al sibilare sbigottito delle bisce.
Pensò che quella era la vita e che quella era la via, perchè “virtù non luce in disadorno ammanto”. La via del lupo si perde nella foresta dei passi frenetici delle città, nelle grotte temporanee delle stazioni che attraversa, nelle gallerie della metropolitana, ogni uomo un animale con una storia diversa, creature in continuo mutamento, dove il certo e l’incerto non esistono e se esistono si fondono nell’attimo presente.
Un amore, un sorriso, un pianto, fotografare le anime negli occhi, e poi quando è sera tornare a casa, dove non piove, dove il cacciatore non arriva e si può ancora una volta tornare a dormire e a sognare di essere uguali agli altri.
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